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#carta d’identità: Banker’s Jam è un’azienda agricola con sede a Besana in Brianza nata nell’agosto del 2018 e fondata da Andrea Tagliabue, un giovane brianzolo che studiava finanza a Londra. Questa realtà produce principalmente marmellate di frutti rossi addolcite con il miele e composte di verdura, ma con il tempo si è specializzata anche nella produzione di succhi, gin e pasticceria. Ne abbiamo parlato con Andrea Tagliabue:

#flashback: quando e come nasce la vostra azienda e quali sono i progetti che vi attendono nel futuro?

Il progetto nasce nell’agosto del 2018 un po’ per caso. Ero uno studente di finanza a Londra ma ho deciso di tornare in Italia perché sono stato in parte deluso dall’ambiente londinese. Dopo alcuni mesi di pausa ho deciso di seguire un corso di agraria a Minoprio sulle api per un interessamento personale: da qui è partito tutto. Un giorno l’istituto ci ha portato da un apicoltore che produceva marmellate con il miele e ne sono rimasto stupito, tanto da far nascere in me la volontà di produrla, cercando un modo per migliorarne la qualità. Da questa esperienza è partito il progetto che con il tempo ha visto aumentare le richieste e di conseguenza la produzione: inizialmente l’idea era di lavorare solamente con il lampone ma poi ho deciso di introdurre anche fragole, mirtilli e more oltre a due composte di verdura.

I progetti del futuro dipendono dalle richieste e da ciò che più piace al cliente, ma è fondamentale, soprattutto, il confronto con i “rivali” del settore: l’obiettivo diventa differenziare il proprio prodotto da quello delle altre realtà. Per questo motivo abbiamo iniziato a produrre gin, prodotti di pasticceria come colombe e panettoni, e c’è la possibilità di investire anche sulla farmaceutica: tra poche settimane dovrebbe arrivare un liofilizzatore (essicca il prodotto ma mantiene le proprietà nutritive a differenza di un essiccatore tradizionale) che ci permetterà di creare nuovi prodotti, pensiamo già al mirtillo come materia prima, perché è considerato tra i cinque frutti più benefici al mondo e liofilizzandolo si può ridurre a polvere che mischiata con altri frutti può produrre capsule utili per prevenire tumori. La cosa importante è innovare e tentare di differenziarsi da altre aziende senza avere paura di sperimentare.

#sostenibilità: in che modo siete legati alla sostenibilità e quanto è importante per voi?

Sicuramente siamo diversi dalle aziende che utilizzano le serre che, in questo modo, ottengono prodotti poco qualitativi: il nostro obiettivo è sempre quello di produrre con qualità, il cliente ne è a conoscenza ed è disposto a comprare il nostro prodotto nonostante il prezzo sia più elevato. Se la pianta è forte, sana e ben nutrita non ha bisogno di sostanze chimiche. Procedura fondamentale del nostro metodo è la potatura delle piante in estate subito dopo il raccolto: in questo modo la pianta si “cicatrizza” più velocemente e ha meno possibilità di essere colpita da patogeni rispetto a quando la potatura avviene d’inverno come fa la maggior parte delle aziende, diventa dunque inutile per noi servirci di sostanze chimiche perchè la pianta è già forte. Inoltre nei nostri vasi è presente la terra con il letame e non la torba (terriccio senza sostanze nutritive) che ha bisogno della fertirrigazione (acqua con concime sciolto) per ottenere una pianta comunque meno forte rispetto ad una trattata naturalmente. Oltre a questo tentiamo di usare meno plastica possibile. Io mi considero il primo cliente della mia azienda e voglio mangiare prodotti naturali ed è anche per questo che vogliamo preservare la natura.

#guardarelontano: è presente la volontà di esportare il prodotto oltre la Brianza e il territorio limitrofo e all’estero?

Questo è uno dei primi obiettivi e devo ammettere che i brianzoli ci hanno aiutato molto ad aumentare le vendite ed espandere il mercato, per questo motivo rimane fondamentale per noi la vendita in Brianza. Con il tempo aumenterà ancora la produzione e il numero delle piante, ma per raggiungere questo traguardo serve ancora tempo e denaro da investire. Siamo partiti da zero, siamo cresciuti e abbiamo imparato dai nostri errori e in futuro vogliamo essere una presenza fissa nel mercato austriaco, tedesco, svizzero, francese soprattutto con la frutta fresca: si rimane sempre lì, il prodotto naturale agricolo è di maggiore qualità rispetto a quello industriale e il cliente lo riconosce ma purtroppo credo che il settore agricolo perderà terreno rispetto a quello industriale intensivo perchè le coltivazioni intensive garantiscono prezzi più bassi.