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Nel contesto di una pandemia globale che ha sconvolto il mondo intero, con la crisi sanitaria causata dal COVID-19 che ha dominato gli ultimi anni, emerge un’altra minaccia silenziosa ma altrettanto pericolosa: la pandemia batterica. Non si tratta di un virus, ma di una crescente resistenza agli antibiotici che, se non affrontata con urgenza, potrebbe trasformarsi nella prima causa di morte a livello mondiale entro il 2050. Già oggi, in Italia, l’abuso di antibiotici e la diffusione di superbatteri responsabili di infezioni gravi causano circa 11.000 morti all’anno, con il dato globale che raggiunge il milione di decessi annui. Questi numeri, sebbene inquietanti, sono destinati a crescere senza un intervento risolutivo.

La crisi dell’antibioticoresistenza: un problema globale

Il fenomeno dell’antibioticoresistenza è il risultato di un uso sconsiderato di antibiotici, non solo in medicina, ma anche in agricoltura e negli allevamenti intensivi. Il paradosso che si cela dietro l’abuso di questi farmaci è che, più vengono utilizzati, più i batteri sviluppano resistenza, creando super batteri che non rispondono più ai trattamenti tradizionali. Il problema è che i batteri, adattandosi, mutano e sopravvivono, trasformandosi in nuove forme di patogeni resistenti.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’antibioticoresistenza potrebbe diventare la prima causa di morte nel 2050, superando malattie come il cancro e le malattie cardiovascolari. Questa previsione, che potrebbe sembrare lontana, si basa su una tendenza crescente, dove la resistenza agli antibiotici non solo aumenta il numero di decessi, ma anche le difficoltà nel trattare infezioni comuni, che potrebbero diventare incurabili.

In Italia, secondo i dati dell’ECDC (Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie), il 2022 ha visto ben 430.000 ricoveri per infezioni contratte durante la degenza ospedaliera a causa di superbatteri, pari all’8,2% del totale, un dato ben al di sopra della media UE (6,5%). Inoltre, l’Italia è anche uno dei paesi europei con il più alto tasso di uso di antibiotici, con il 44,7% dei degenti che ricevono antibiotici, contro una media dell’Unione Europea che si attesta al 33,7%.

Il ruolo cruciale degli abusi passati e la creazione di superbatteri

La causa principale di questa emergenza è l’uso massiccio di antibiotici nel passato, che ha incentivato l’emergere di superbatteri, batteri che non solo resistono agli antibiotici ma sono anche più aggressivi. Il risultato è una “tempesta perfetta” in cui la medicina tradizionale rischia di perdere uno dei suoi più importanti strumenti: la capacità di combattere infezioni batteriche comuni. Questo scenario mette a rischio non solo la salute pubblica ma anche l’efficacia di interventi chirurgici, il trattamento di malattie croniche e il recupero da ferite e interventi.

I superbatteri responsabili di queste infezioni resistenti includono batteri come Escherichia coli, Staphylococcus aureus, Klebsiella pneumoniae e Pseudomonas aeruginosa. Tali batteri sono in grado di sviluppare resistenze a più classi di antibiotici, tra cui penicilline, cefalosporine, e carbapenemi, aumentando così il rischio di infezioni sistemiche, complicazioni e decessi.

La corsa contro il tempo: nuovi antibiotici e strategie di lotta

La sfida globale è ora quella di sviluppare nuovi antibiotici per contrastare l’emergere dei superbatteri. La ricerca scientifica sta cercando di rispondere a questa emergenza con investimenti in tecnologie innovative. Ad esempio, gli Stati Uniti hanno recentemente destinato 115 milioni di dollari per progetti di ricerca, concentrandosi sull’uso dell’intelligenza artificiale (IA) per accelerare la scoperta di nuovi farmaci antibatterici. L’IA, infatti, potrebbe identificare nuovi composti chimici in tempi molto più brevi rispetto alla ricerca tradizionale, dando un vantaggio cruciale nella lotta contro la resistenza agli antibiotici.

In Italia, il governo ha messo in atto una serie di misure per incentivare la ricerca e lo sviluppo di nuovi antibiotici. Tra queste, 40 milioni di euro sono stati stanziati l’anno scorso per il sostegno a progetti di ricerca su antibiotici innovativi, e per il triennio successivo sono stati destinati 21 milioni a favore della partnership globale Carb-X, che finanzia lo sviluppo di nuovi trattamenti antibatterici. L’obiettivo è stimolare l’innovazione e attrarre investimenti nel settore.

L’Italia in prima linea: urge cambiare le abitudini di prescrizione

L’Italia è uno dei paesi con il più alto consumo di antibiotici, una delle cause principali della resistenza agli antibiotici. Secondo l’OMS, l’abuso di antibiotici in ambito ospedaliero e nelle prescrizioni ambulatoriali sta alimentando l’emergere di resistenze, e questo è particolarmente evidente nei bambini, con circa il 40% dei bambini italiani che ricevono almeno una prescrizione di antibiotici all’anno. Una regolamentazione più rigorosa e una sensibilizzazione maggiore sull’uso corretto degli antibiotici sono misure necessarie per invertire la rotta.

Oltre agli incentivi per la ricerca, la manovra di bilancio italiana include incentivi per i farmaci innovativi, con l’intento di rendere economicamente sostenibili i nuovi antibiotici. Parte dei fondi già esistenti per i “farmaci innovativi oncologici e non oncologici” sarà destinato ai nuovi antibiotici, con 100 milioni di euro che potrebbero dare un impulso fondamentale alla produzione e distribuzione di antibiotici che possano contrastare i superbatteri.

Un futuro a rischio: il piano globale contro l’antibioticoresistenza

Nonostante gli sforzi globali, il futuro della medicina rischia di essere compromesso dalla crescente resistenza ai farmaci. Le pandemie batteriche rappresentano una minaccia che non può essere sottovalutata, e la corsa contro il tempo per sviluppare nuovi antibiotici è diventata una priorità sanitaria globale. La cooperazione internazionale e l’adozione di strategie integrate sono essenziali per fermare questa minaccia, che potrebbe, se non controllata, annullare i progressi della medicina moderna. Se non affrontato, il fenomeno dell’antibioticoresistenza potrebbe trasformarsi in una pandemia silenziosa capace di fare più vittime della stessa COVID-19.

In questo contesto, è essenziale che governi, istituzioni sanitarie e ricercatori uniscano le forze per sviluppare nuove soluzioni terapeutiche e sensibilizzare il pubblico sull’importanza di un uso consapevole degli antibiotici. La lotta contro i superbatteri è iniziata, ma per vincere questa guerra è necessaria una mobilitazione globale immediata ed efficace.